Come capire ce cosa sono i disturbi d’ansia? Che cosa distingue una normale preoccupazione da un disturbo d’ansia?

Immagina di trovarti nelle seguenti situazioni:

“Il mio capo vuole vedermi dopo pranzo. Sarà delusa del mio lavoro. Probabilmente sarò licenziato. Rimarrò disoccupato per sempre.”

“Quella festa di compleanno sarà imbarazzante. Non conoscerò nessuno. Non saprò cosa dire. Ci farò la figura della stupida.”

“Cos’è questa strana sensazione al petto? Che cosa mi sta succedendo? E se è un infarto? Sto per morire.”

Vivere situazioni che ci fanno provare paura, ansia o preoccupazione per il futuro è un’esperienza che prima o poi tutti noi viviamo.

Sperimentare un certo livello di ansia in alcune situazioni è normale anzi addirittura necessario, ad esempio quando ci troviamo di fronte ad un reale pericolo e dobbiamo attivarci per evitarlo. Oppure quando dobbiamo sostenere una prova importante, ad esempio per i nostri studi o per il nostro lavoro. Anche in questo caso, un certo grado di ansia o paura è necessario a darci la giusta motivazione ad impegnarci al massimo.

Tuttavia può succedere che l’ansia diventi così pervasiva e paralizzante da rendere impossibile a chi ne soffre di vivere la propria vita.

L’ansia può manifestarsi in varie forme, avere per oggetto situazioni specifiche o essere così generalizzata da condizionare tutta la nostra vita.

Ogni forma d’ansia è diversa dall’altra ma tutte hanno una cosa in comune: causano preoccupazione eccessiva che agisce su pensieri, sensazioni fisiche e comportamento, creando una spirale negativa che si autoalimenta e che ci fa immaginare scenari futuri sempre più catastrofici.

Quando l’ansia diventa disturbo d’ansia?

L’ansia è una risposta emotiva simile alla paura ma mentre la paura è una reazione ad un pericolo reale (ad esempio il trovarci di fronte ad un cane dall’aria feroce) e svanisce una volta cessata la minaccia, l’ansia attiva il nostro corpo e la nostra mente al pensiero di una minaccia futura percepita, ossia un evento negativo reale o immaginario che temiamo possa accaderci in futuro.

In altre parole la paura è l’emozione che accompagna il pericolo, l’ansia è l’emozione che lo anticipa.

Quando l’ansia diventa costante, abbiamo quindi la sensazione di essere intrappolati in uno stato fatto di preoccupazione e allarme continui, di tensione fisica, di apprensione ed ipervigilanza verso ogni potenziale pericolo in agguato, al punto tale che la nostra intera esistenza si riduce ad una spirale ansiosa senza fine.

Ma anche se razionalmente sappiamo che queste paure non hanno in realtà alcun fondamento, non riusciamo smettere di preoccuparci.

E proprio questa impossibilità di spegnere l’interruttore dell’ansia è una caratteristica chiave dei disturbi d’ansia.

Prova a rispondere alle seguente domande:

  • Quando sono preso dalle mie preoccupazioni e voglio concentrarmi su qualcos’altro, riesco a spegnere l’interruttore dell’ansia?
  • Quando mi preoccupo lo faccio al puto tale da non riuscire a fare nient’altro?
  • Mi preoccupo così tanto da non riuscire a rilassarmi?
  • Mi preoccupo di cose di cui anche gli altri si preoccupano, ma lo faccio in modo eccessivo?
  • La mia preoccupazione è così paralizzante da impedirmi di cercare una soluzione alle cause della mia preoccupazione?
  • Credo che se non mi preoccupo mi succederà qualcosa di terribile?

Se hai risposto sì alla maggior parte di queste domande, è probabile che tu soffra di un disturbo d’ansia.

I criteri diagnostici dei disturbi d’ansia

Secondo il DSM V, Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, i disturbi d’ansia comprendono tutti quei disturbi accomunati da paura e ansia eccessive e spropositate alla situazione che le scatena.

Sono accompagnate da comportamenti di evitamento degli stimoli o delle situazioni temute e da una specifica ideazione cognitiva.

I disturbi d’ansia secondo la classificazione del DSM V:

Disturbo da ansia di separazione

Paura od ansia eccessiva e inappropriata rispetto allo stadio di sviluppo provocata dalla separazione da coloro a cui l’individuo è attaccato.

È caratterizzata dai seguenti criteri diagnostici:

  • Eccessivo disagio quando si prevede o si sperimenta la separazione da casa o dalle principali figure di attaccamento.
  • Eccessiva preoccupazione riguardo alla perdita delle figure di attaccamento o alla possibilità che accada loro qualcosa di grave.
  • Persistente ed eccessiva riluttanza o rifiuto di uscire di casa per andare a scuola o la lavoro o altrove per paura della separazione.
  • Persistente ed eccessiva riluttanza o rifiuto a stare da soli o senza le principali figure di attaccamento, a casa o altrove.
  • Ripetuti incubi che implicano il tema della separazione.
  • Ripetute lamentele di sintomi fisici ( per es. mal di testa, vomito)quando si verifica o si prevede la separazione dalle principali figure di attaccamento.

La paura e l’ansia devono essere persistenti con una durata di almeno 4 settimane in bambini e adolescenti e tipicamente 6 mesi o più negli adulti.

Mutismo selettivo

Chi soffre di mutismo selettivo, specialmente frequente nei bambini, non riesce a comunicare in alcuni specifici contesti sociali, nonostante non vi siano ritardi nell’apprendimento o nello sviluppo del linguaggio.

Chi ne è colpito non sarà capace di parlare quindi in situazioni sociali specifiche in cui ci si aspetta che l’individuo parli (ad es. a scuola o durante il gioco), nonostante sia in grado di parlare in altre situazioni.

Fobia specifica

Paura o ansia marcata sproporzionata ed irrazionale verso un oggetto o situazione specifici (ad es. volare, altezza, animali, spazi chiusi).

  • La situazione o l’oggetto fobici provocano quasi sempre immediata paura o ansia e vengono attivamente evitati oppure sopportati con ansia intensa.
  • La paura e l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifici.
  • Paura, ansia ed evitamento sono persistenti e e durano tipicamente per 6 mesi o più.
  • Paura, ansia ed evitamento causano disagio clinicamente significativo e compromettono il funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altri ambiti importanti.

Disturbo da ansia sociale

Paura o ansia marcate relative a situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile giudizio altrui e al timore di apparire ridicoli o incapaci e di essere umiliati di fronte agli altri.

Gli esempi comprendono situazioni sociali (per es. avere una conversazione, incontrare persone sconosciute), essere osservati (ad es. mentre si magia o si beve) ed eseguire una prestazione di fronti ad altri (a d es. parlare in pubblico).

  • L’individuo teme che agirà in modo tale o manifesterà sintomi di ansia che saranno valutati negativamente o saranno umilianti o imbarazzanti, porteranno al rifiuto risulteranno offensivi per altri.
  • Le situazioni sociali temute provocano quasi invariabilmente paura e ansia e vengono evitate o sopportate con forte disagio.
  • Paura e ansia sono sproporzionate rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione sociale.
  • Paura, ansia ed evitamento delle situazioni temute sono persistenti e durano tipicamente per 6 mesi o più.
  • Paura, ansia ed evitamento non sono meglio spiegati da cause fisiologiche o atre condizioni mediche.

Disturbo da panico

Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura e disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano quattro o più dei seguenti sintomi:

  • Palpitazioni o tachicardia
  • Sudorazione
  • Tremori
  • Sensazione di soffocamento
  • Sensazione di asfissia
  • Dolore o fastidio al petto
  • Nausea o disturbi addominali
  • Sensazione di vertigine, instabilità o svenimento
  • Brividi o vampate di calore
  • Sensazione di torpore o parestesie
  • Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
  • Paura di perder il controllo o impazzire
  • Paura d morire

Gli attacchi non devono essere scatenati da situazioni specifiche e devono essere seguiti da un mese o più di uno o entrambi i seguenti sintomi:

  • Preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi o per le loro conseguenze (per es. perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, impazzire)
  • Significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi (per es. comportamenti pianificati al fine di evitare di avere attacchi di panico, come l’evitamento dell’esercizio fisico oppure di situazioni non familiari)

Agorafobia

Paura o ansia marcate relative a due o più delle seguenti cinque situazioni:

  • Utilizzo di trasporti pubblici
  • Trovarsi in spazi aperti (parcheggi, mercati, ponti)
  • Trovarsi in spazi chiusi (negozi, teatri, cinema)
  • Stare in fila oppure tra la folla
  • Essere fuori casa da soli
  • Chi soffre di agorafobia teme od evita situazioni a causa di pensieri legati al fatto che potrebbe essere difficile fuggire oppure che potrebbe non essere disponibile soccorso nell’eventualità che si sviluppino sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzanti.
  • La situazione agorafobica provoca quasi sempre paura o ansia.
  • Le situazioni agorafobiche vengono attivamente evitate o richiedono la presenza di un accompagnatore, o vengono sopportate con paura o ansia intense.
  • Paura e ansia sono sproporzionata rispetto al reale pericolo posto dalla situazione agorafobica.
  • Paura e ansia sono persistenti e durano tipicamente 6 mesi o più.

Disturbo d’ansia generalizzato

Ansia e preoccupazione eccesive che si manifestano per la maggior parte del tempo per almeno 6 mesi, relative ad una quantità di eventi o di attività, come ad esempio prestazioni lavorative o scolastiche ma anche a pensieri legati a questioni economiche o al fatto che potrebbe accadere qualcosa di grave ai nostri cari.

L’individuo ha difficoltà a controllare la preoccupazione.

Ansia e preoccupazione sono associate a tre o più dei seguenti sintomi (con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei tempi negli ultimi 6 mesi):

  • Irrequietezza, sensazione di sentirsi tesi o “con i nervi a fior di pelle”
  • Facile affaticamento
  • Difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
  • Irritabilità
  • Tensione muscolare
  • Alterazioni del sonno o a mantenere il sonno o sonno irrequieto e insoddisfacente
  • Ansia, preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo e compromettono il funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altri ambiti importanti.

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